di Carlo Venditti
Ufficiale d'Artiglieria in s.p. nel 1938, con il 48° Reggimento artiglieria della Divisione Taro, Mario De Santis (1915 Ascoli Satriano, FG - 1985 Roma) partecipa alla campagna di Grecia; è poi assegnato alla batteria d'accompagnamento del 208° Rgt. fanteria Taro. La Divisione, impegnata nella repressione partigiana in Montenegro, a novembre '42 viene rischierata nella Francia meridionale, a nord di Tolone e lungo la costa, dove si trova 1'8 settembre '43. Preso prigioniero dai tedeschi l’11settembre, il Cap. De Santis riesce a fuggire da Pignans il 2 ottobre '43. Facendo vari lavori si confonde tra la popolazione, grazie alla conoscenza del francese e documenti falsi; soffre fame, freddo, malattie. Tradito, viene arrestato a La Garonne la notte tra il 27 e 28 febbraio '44 dalla Feldgendarmerie, che sa bene chi è. Viene condotto alla sede della Gestapo a Hyeres, dove viene torturato e seviziato, gettato in uno scantinato freddo e buio di 20 m2, in condizioni disumane con più di 40 prigionieri. De Santis non si piega e rifiuta di collaborare, è rinchiuso in isolamento e passa tre mesi di sofferenze, si ammala di scorbuto causa il cibo pessimo, pesa 42 kg. A maggio '44 su un treno bestiame, senza poter bere, con un lungo e lento viaggio viene portato prima alla Base Atlantica di Bordeaux della Marina della RSI e arruolato coattivamente, quindi, con altri prigionieri, a Prefailles, a una batteria costiera tedesca[1]. Tenta dei sabotaggi che, sia pur falliti, suscitano l'ira tedesca e ritorsioni contro di lui. Iniziata l'operazione Overlord, i tedeschi tolgono dalle batterie costiere i prigionieri italiani, ritenuti inaffidabili, e li avviano verso l'interno, a piedi e scortati.
Durante una sosta a Chalet, De Santis entra in contatto con Aleksandre Peltekian, capo del maquis a sud della Loira, e chiede di entrare nella resistenza con altri italiani. Il 26 agosto quindi, presso Cerqueux-de-Passavant i partigiani di Peltekian eliminano i tedeschi di scorta alla colonna di prigionieri italiani. Sopraggiunge, sentiti gli spari, un forte reparto tedesco. Lo scontro si risolve a favore dei franco-italiani. De Santis rimane con la resistenza francese fino a fine guerra e riceve la medaglia francese della guerra 1939-45 e l'insegna delle Forces Francaises de l'lnterieur. Non viene purtroppo accolta la proposta di insignirlo della Legion d'Onore fatta da Peltekian, che con la moglie sarà testimone di nozze di De Santis con Maria Teresa Mango a Napoli nel 1951[2]. Dopo il 18° Corso Superiore Tecnico, il Cap. Mario De Santis transita nel Servizio Tecnico di Artiglieria. Assegnato il 15 gennaio 1951 al Polverificio Esercito di Fontana Liri, ricopre incarichi di Capo Sezione, Capo Ufficio Ricostruzioni e Progetti nuovi impianti e Vice-Direttore. Tenente Colonnello nel '59, succede a Camillo Caprio quale Direttore il 1° novembre 1962 e, promosso Colonnello nel '66, tiene l'incarico fino al 30 ottobre '71. I due Ufficiali tecnici, che ebbero la qualifica di partigiano combattente, dopo la Direzione del Polverificio, e nominati in seguito Generali, hanno ricoperto vari incarichi presso gli Organi Centrali.
(da TCV-1/2022)
[1] Prigionieri di guerra italiani erano stati forzatamente arruolati per impiegarli nella difesa costiera.
FONTI: I militari italiani nella guerra partigiana in Italia 1943-1945, di A. Bartolini e A. Terrone, USSME 1998 - museedelaresistanceenligne.org
[2] Testimonianze della figlia Bianca Maria all'autore. Peltekian sarà anche ospite a Fontana Liri con la moglie ed il fratello, e rimarrà in corrispondenza epistolare con De Santis.