Tenente a. Luigi Di Vicino
REGIO POLVERIFICIO SUL LIRI
Fucilato in contrada Vagni il 4 gennaio 1944
Luigi Di Vicino, figlio di Gaspare e Paparo Teresa, celibe, nacque a Napoli il 24 gennaio 1910 a Napoli. Fu arruolato il 20 aprile 1928 come Allievo Sottufficiale alla Scuola di Artiglieria, specialità Contraerea. Fu nominato Sergente il 1° marzo1931, in servizio al 1° Rgt. art. c./ a. Nel giugno 1931 fu assegnato a Terni al Distaccamento del 4° Rgt. art. pesante. Congedato il 30 aprile 1933, fu richiamato per 3 settimane ad agosto 1935 al 10° Rgt. art. di C.A. Come Sottotenente prestò servizio nel 2° Rgt. art. c./ a. dal 12 aprile1937. Congedato il 9 gennaio 1938, fu richiamato nel 1941 al 10° Rgt. art., in servizio in Sicilia, quindi da Tenente prestò servizio al R. Polverificio di Fontana Liri.
Il 4 gennaio 1944 al confine tra Fontana Liri e Arpino, in località Forcella, militari tedeschi del presidio di Arpino, alle 16,30 fucilarono presso l'abitazione in cui erano rifugiati, il Tenente di artiglieria Luigi Di Vicino, il vice-ragioniere di artiglieria Felice Sanità[1], entrambi del Regio Polverificio; l’artigliere Pasquale Barretta[2], distaccato presso lo stabilimento per i servizi armati; e Michele Bonavolontà[3], fratello della levatrice Lucia, proprietaria dell'abitazione in cui erano ospitati. Sfuggirono al massacro i Sottotenenti Leone, ufficiale farmacista, e Raiola, perché assenti al momento della perquisizione, come testimoniato da una lettera del 1° novembre 1944, con cui il parroco di S. Stefano a Fontana Liri, Don Vincenzo Lecce, inviava al Ministero della Guerra i certificati di morte dei quattro fucilati «per la causa comune» e comunicava che il S.Ten. farmacista Leone ed il S.Ten. Raiola erano viventi e reperibili presso le proprie famiglie. I documenti di morte dei quattro caduti non erano stati redatti perché nessuno si era recato presso l'Ufficio di Stato Civile per la relativa denuncia di morte.
Le salme, di cui i Tedeschi avevano proibito il seppellimento, restarono a terra e vennero inumate dopo quattro giorni solo per l'intervento premuroso del sacerdote don Vincenzo Battista. Le 4 vittime, la cui «uccisione venne presentata dal comando tedesco della zona, come repressione di ribelli con pubblico manifesto» sono ricordate in una lapide apposta nello Stabilimento, un anno dopo l'eccidio: «A ricordo del Tenente Di Vicino Luigi e del V. Rag. Sanità Felice che in questo edificio lavorarono e che addì 4/1/1944 selvaggiamente furono trucidati in contrada Vagni dalla soldataglia tedesca in uno con il soldato Barretta ed il giovane Bonavolontà ...» La strage fu compiuta da una pattuglia tedesca del Presidio di Arpino su denuncia di due militari tedeschi, che, sorpresi a rubare e messi in fuga dal sopraggiungere di un loro sottufficiale, denunciarono al Comando di Polizia tedesco di essere stati fatti segno di colpi d'arma da fuoco da parte di una banda di ribelli italiani[4].
La successiva perquisizione di tutte le case della zona aveva portato alla scoperta dei quattro clandestini, alcuni in abiti militari, ed alle armi da loro nascoste nel cavo di un albero.
I responsabili della strage furono il Cap. Walter Schot, comandante del presidio di Arpino, ed il Sergente Mainhard, comandante della pattuglia che in precedenza si era resa responsabile anche dell'uccisione del sottufficiale telegrafista della Marina Inglese Victor James Crosby, prigioniero fuggiasco, nascosto, assistito e protetto, insieme ad altri ex prigionieri nella zona del Murrone di Fontana Liri, in attesa che si potesse ricongiungere con le truppe alleate, impegnate sul fronte di Cassino.
(Da ALBO D'ONORE dei caduti in guerra per cause di guerra o sul lavoro dell'area tecnico-industriale dell'Esercito - Edito da ANUTEI - 2024)
[1] Felice Sanità, di Alessandro e Manzelli Maria. Nato a Montecalvo Irpino (AV) il 25 ottobre 1912; celibe
[2] Pasquale Barretta, nato a Napoli il 24 febbraio 1912, di Giovanni e Aprea Amalia. Alle armi il 6 dicembre 1940, assegnato al distaccamento del 13° Rgt. artiglieria della Divisione Granatieri di Sardegna in Fontana Liri; sepolto al Sacrario di Posillipo
[3] Michele Bonavolontà, di Saverio e Varrella Genoveffa, nato il 21 ottobre 1912 a Castellammare di Stabia (NA); congegnatore meccanico, congedato il 16 maggio 1940.
[4] Relazione del Ten.Col. Vincenzo Martinelli per lo S.M.R.E. redatta in data 26 giugno 1944 avente oggetto : "Fucilazione di personale italiano da parte di truppe tedesche”.