Vittorio Frenna
Vittorio Frenna

Il Brig.Gen. Vittorio Frenna ricordato dal nipote Ten.Col. ing. Maurizio Bandiera

La prima cosa che mi viene in mente quando penso a mio zio è il suo carattere, solare ed allegro, sempre pronto a sdrammatizzare e a far sorridere tutti coloro che gli erano intorno, doti che più tardi, da nonno, lo hanno reso ilbeniamino dei suoi tre nipoti.

Vittorio Frenna era nato a Roma il 22 settembre 1944, ultimo  di cinque  tra  fratelli  e sorelle, cresciuto in una famiglia dove ognuno gli ha sempre  riconosciuto  una  autorevolezza  rara da riscontrarsi nel "più piccolo di tutti".   Dopo gli studi in ingegneria meccanica, aveva intrapreso  nel  1972  la  carriera  di  Ufficiale frequentando presso il Politecnico di Torino il corso di specializzazione nella Motorizzazione e proseguendo il suo iter di carriera presso il CETEM (Centro Tecnico della Motorizzazione) oggi CEPOLISPE, in  quello  che  per  lui  è sempre stato molto più di un semplice luogo di lavoro. 

E'  qui  che,  durante  l'arco  della  carriera,  ha ricoperto incarichi diversi, mettendovi cuore e una smisurata passione. Ha poi trascorso molti anni presso MOTORDIFE (Direzione Generale della Motorizzazione  e dei Combustibili) ed è quindi  ritornato  successivamente  al CETEM come Vice-Direttore  prima  e  Direttore poi, avendo anche trascorso un breve periodo da Direttore dello Stabilimeto­ della motorizzazione di Nola.

La sua vita professionale  è andata di pari passo con  quella  privata,  essendosi  sposato durante il  servizio  da  Sottotenente  di  complemento. Poi, dopo la nomina a Tenente in spe, ritengo che per  lui  sia  giunto  un  periodo veramente ricco  di  soddisfazioni,  sia  professionali sia familiari, coronato  dalla nascita dei due figli: Gianni e Dario.

Il ricordo che ho di mio zio in quegli anni è limpido, legato alle feste in famiglia, vissute tutti insieme, in un clima di serenità familiare difficile   da   dimenticare:   il   25 dicembre di ogni anno compariva in mezzo a noi bambini vestito  da  Babbo  Natale,  suscitando la gioia ed il divertimento  in ognuno. E che dire del  suo   personalissimo   modo   di  organizzare e condurre  i  giochi  tipici   del Natale: ancora oggi  sorrido ripensando  a come annunciava i numeri della tombola!

Ma ciò che mi ha più legato a lui e di cui gli sarò sempre riconoscente è il fatto di avermi avvicinato  alla  professione  che svolgo oggi: quella di Ufficiale del Corpo degli Ingegneri. Fu  lui  infatti  a  raccontarmi  nei dettagli il suo lavoro,  facendomi  vivere in anticipo, attraverso le sue parole, ciò che avrei verificato successivamente  di persona .

I  suoi  racconti  sul  carro  armato "Leopard" ed  anche  la  descrizione  del  lavoro tecnico effettuato  sui   primi esemplari di AR 90 "Defender",  prima      della     introduzione in  servizio, sono ancora vivi in me, che all'epoca ero  all'inizio  del percorso universitario di studente in ingegneria .

Ricordo ancora con molto piacere quando citava i nomi dei suoi colleghi: il Gen. Antonio Gucciardino, frequentatore dello stesso corso di specializzazione e poi suo collega e amico di una vita; così pure i due colleghi un po' più giovani, Gianfranco Giglio e Aldo Miscioscia, da lui più volte citati come bravissimi tecnici e suoi infaticabili collaboratori.

Poi, una volta entrato nel Corpo degli Ingegneri, ho conosciuto di persona tutti coloro che avevo sentito nominare nei racconti di mio zio, e mi è sembrato davvero naturale far parte anch'io della sua stessa realtà, dopo che era stato capace di farmi appassionare a questa professione ancora prima di presentare la domanda per il concorso.

Nel momento in cui la carriera militare di Vittorio Frenna sembrava dargli le maggiori soddisfazioni con  la  promozione  al  grado di Colonnello, si presentò in famiglia una diagnosi medica più dura di quanto chiunque possa mai immaginare : nel mese di febbraio del 1996, al figlio Dario, di soli 19 anni, venne riscontrata una rara forma di tumore. Da subito fu chiaro che non c'era alcuna speranza. Seguirono nove mesi durante i quali Vittorio diede tutto se stesso al figlio malato.

Poi l'entusiasmo e le indiscutibili capacità professionali, che lo hanno sempre contraddistinto, faranno  sì  che  possa ancora distinguersi negli incarichi ricoperti negli anni successivi, tra i quali quello di Capo Ufficio UCOMI presso il Segretariato Generale della Difesa.

Infine il ritiro dal servizio attivo nell'anno 2002 e con la pensione sono arrivati anche tre nipotini, figli di Gianni. Quindi, per circa dieci anni, aveva esercitato esclusivamente la professione di nonno, dedicandosi a tempo pieno ai nipoti.

L'ultima cosa che mi viene in mente quando penso a mio zio è la sua innata capacità di essere stato un leader silenzioso, animato da profonda umiltà, capace in ogni momento della sua vita privata e lavorativa di porsi come riferimento per chiunque avesse bisogno di lui ed è per questa sua capacità che è stato sempre apprezzato da amici, colleghi e dipendenti.

La sua vita però si è conclusa in modo inaspettato, nell'arco di pochi minuti, la mattina di martedì 20 dicembre 2016 a causa di un malore improvviso.  Quella  mattina mi trovavo insieme a tutto il personale della Direzione degli Armamenti Terrestri, riunito per ricevere gli auguri natalizi dal Direttore Gen. Francesco Castrataro, quando mi è giunta una telefonata da parte di mia madre per annunciarmi la sua improvvisa dipartita. Il Gen. Frenna era, per me, lo zio Vittorio e quando penso a lui vedo il suo sorriso, bonario, sempre pronto a sdrammatizzare qualsiasi situazione; sono convinto che anche tutti i suoi colleghi avranno conservato lo stesso ricordo di lui; ecco perché ho voluto raccontarne gli aspetti più privati e personali, perché ritengo siano quelli che meglio lo descrivono a coloro che lo hanno conosciuto di persona, ma anche agli altri lettori che lo hanno conosciuto soltanto di nome.