Il ciclo storico del Corpo degli Ingegneri dell'Esercito inizia ufficialmente nel 1910 con la costituzione del primo dei sei Servizi Tecnici, successivamente, nel 1980, effettuerà un importante e fondamentale cambiamento con la fusione dei Servizi Tecnici nel Corpo Tecnico. E' un passato ricco di brillanti affermazioni ed è animato da un alto senso del dovere verso la Patria e le Istituzioni, che ovviamente ancora oggi perdura. Nello spirito delle più nobili tradizioni del Corpo e dei Servizi Tecnici rievochiamo la storia di tale passato partendo dal Servizio Tecnico d'Artiglieria, "decano" di tutti, per concluderla con quella del più "giovane": il Servizio Tecnico Geografico (che ha però, come si vedrà, radici an cora più antiche di quelle dell'Artiglieria).
In tale periodo, ricordare l'evoluzione del Corpo degli Ingegneri significa anche rievocare la storia di Stabilimenti e Arsenali militari, dove molteplici attività si sono accavallate, nel tempo, attraverso vicissitudini caratterizzate da aspri conflitti internazionali e da uno sviluppo tecnico-industriale di dimensioni imprevedibili ed in crescente accelerazione.
Per maggiori approfondimenti sulla storia dei singoli Servizi Tecnici, rimandiamo alla lettura del volume "Il Corpo degli Ingegneri" terza edizione (2022) edito da ANUTEI con la collaborazione del Gabinetto del Ministro della Difesa, disponibile per consultazione presso la sede dell'Associazione.
È una storia che travalica gli aspetti puramente militari per intrecciarsi con quella dello sviluppo industriale del nostro Paese e dell'evoluzione del pensiero tecnico-scientifico proprio del '900.
In ogni caso, anche se l'accento, per questi settant'anni, verrà posto principalmente sullo sviluppo degli ordinamenti, delle competenze, delle attività, delle attrezzature, si fa riferimento ad una storia di lavoro, di dedizione al dovere e di sacrificio che il Corpo degli Ingegneri ha profuso a sostegno delle Armi e dei Corpi dell'Esercito. Il fregio utilizzato per i Servizi Tecnici è quello tuttora in uso per il Corpo degli Ingegneri, mentre a differenza della situazione attuale, le mostrine erano diverse per ogni servizio e non avevano ancora la testa di Minerva nella parte superiore.
IL SERVIZIO TECNICO D'ARTIGLIERIA
![]() Icona del Servizio Tecnico d'Artiglieria |
![]() (1910-1980) |
Il Servizio Tecnico d’Artiglieria venne istituito con la legge n. 443 del 10 luglio 1910, con l'obiettivo di fornire un'organizzazione industriale alla costruzione di bocche da fuoco, munizioni e sistemi di puntamento, superando il precedente approccio artigianale. Questo processo di standardizzazione era essenziale per l'efficienza delle artiglierie negli eserciti moderni.
Le radici del servizio risalgono al XVI secolo, quando Emanuele Filiberto di Savoia fondò una fonderia per cannoni a Torino. Nei secoli successivi, il Regno di Sardegna e il Regno di Napoli svilupparono arsenali e fabbriche per la produzione di armamenti, tra cui la Fabbrica d’Armi di Torre Annunziata sotto Carlo III di Borbone. Nel XIX secolo, il Regno di Sardegna mantenne l’integrazione tra utilizzo e costruzione di armamenti, con personalità illustri come il Ten. Gen. Giovanni Cavalli e il Col. Paolo Ballada di Saint Robert.
Nel 1888 venne istituito l’Ispettorato Generale d’Artiglieria, con compiti definiti in materia di fabbricazione e sperimentazione. In questo periodo sorsero importanti stabilimenti industriali come la Fabbrica d’Armi di Terni e il Regio Polverificio di Fontana Liri, contribuendo alla modernizzazione del settore bellico italiano. Anche l’Arsenale di Torino venne ampliato per supportare la crescente domanda di armamenti.
Nel 1902, l’organizzazione venne ridefinita con la creazione di un Ispettorato delle Costruzioni di Artiglieria, da cui dipendevano arsenali e fabbriche d’armi, segnando una maggiore centralizzazione e specializzazione.
La Costituzione del Servizio Tecnico d’Artiglieria
Nel 1910, con l’evoluzione tecnologica e industriale, nacque il Servizio Tecnico d’Artiglieria, che si occupava della formazione di ufficiali altamente specializzati attraverso i Corsi Superiori Tecnici d’Artiglieria. In questo periodo, l’Esercito Italiano affrontò scelte complesse tra materiali di artiglieria di produzione francese e tedesca, per dotarsi delle migliori tecnologie in vista della Prima Guerra Mondiale.
Il conflitto pose enormi problemi produttivi: arsenali e stabilimenti non riuscivano a soddisfare la domanda di armi e munizioni, portando alla mobilitazione industriale. Le industrie private italiane, sotto la guida di tecnici militari, si adattarono rapidamente alla produzione bellica. Questa esperienza segnò il primo grande utilizzo di personale tecnico militare a supporto dell’industria nazionale.
Dopo la guerra, molte industrie si riconvertirono alla produzione civile, mentre gli stabilimenti del servizio tecnico continuarono ad occuparsi del riattamento di armi e munizioni di preda bellica. L’organizzazione rimase sotto l’Ispettorato delle Costruzioni di Artiglieria fino al 1926, quando venne creata la Direzione Superiore del Servizio Tecnico Artiglieria.
Dal 1926 iniziarono i Corsi Superiori Tecnici, che offrivano una specializzazione post-laurea in ingegneria o chimica agli ufficiali. Per i laureati civili, era possibile accedere tramite concorso, ottenendo il grado di Tenente d’Artiglieria. In questo periodo venne adottato come distintivo la testa di Medusa, simbolo dell’artiglieria.
Evoluzione del Servizio tra le Due Guerre
Nel periodo post-bellico, il Servizio Tecnico si dedicò a innovazioni come la produzione del vetro d’ottica presso il Laboratorio di Precisione di Roma, riducendo la dipendenza dall’estero. Per coordinare le attività di formazione, negli anni '30 venne fondato l’Istituto Superiore Armi e Munizioni.
Durante questo periodo, il Servizio raggiunse il suo apice tecnologico e industriale, sviluppando nuove artiglierie, proiettili, polveri e sistemi di puntamento. Gli ufficiali del Servizio furono inviati in Africa Orientale e Spagna per fornire supporto tecnico durante operazioni militari.
Nel 1940, un’esplosione distrusse il Laboratorio Caricamento Proietti di Piacenza, costringendo a trasferire le attività a Noceto di Parma. Nel frattempo, furono costruiti nuovi impianti a Baiano di Spoleto e Capua, all’avanguardia per gli standard dell’epoca.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, il Servizio subì una riforma organizzativa: gli stabilimenti e arsenali passarono sotto la Direzione Generale Artiglieria, con la creazione dell’Ufficio Centrale Stabilimenti Militari (U.C.S.A.). Tuttavia, il collasso del 1943 portò alla dispersione degli ufficiali e al saccheggio da parte delle forze tedesche.
La Ricostruzione nel Dopoguerra
Dopo la liberazione, il Servizio venne ricostituito spontaneamente dagli ufficiali e tecnici rientrati nei vecchi stabilimenti. Nel 1946 fu istituito un ufficio di consulenza tecnica presso l’Ispettorato Arma Artiglieria, mentre nel 1947 ripresero i Corsi Superiori Tecnici.
Negli anni ‘50, con l’aumento delle esigenze militari e il mutato scenario politico, la legge del 1951 ripristinò il grado di Tenente Generale e ampliò l’organico del Servizio Tecnico. Questa espansione fu essenziale per lo sviluppo di nuovi armamenti.
Un esempio significativo fu il cannone da montagna 105/14, progettato dal Ten. Col. Fuscaldi e vincitore delle prove NATO contro il modello francese. L’obice fu prodotto in 2100 esemplari e venduto in tutto il mondo, testimoniando l’eccellenza tecnologica italiana.
Parallelamente, il Servizio Tecnico d'Artiglieria si dedicò a nuove frontiere scientifiche, come la radaristica e la missilistica, avviando corsi di specializzazione per ufficiali e laureati. Successivamente, vennero avviati ulteriori corsi di specializzazione in Difesa Chimica, Elettronica, ingegneria aerospaziale. La crescente esigenza di specializzazione e la continua evoluzione tecnologica della Forza Armata, spinsero alla costituzione di altri 5 Servizi Tecnici che verranno descritti successivamente.
Conclusioni
Il Servizio Tecnico d’Artiglieria ha avuto un ruolo fondamentale nella storia militare italiana, evolvendosi da un’organizzazione artigianale a un’industria bellica moderna. Ha saputo affrontare le sfide delle due guerre mondiali, contribuendo allo sviluppo tecnologico nazionale e adattandosi alle nuove esigenze strategiche del dopoguerra.
La sua capacità di innovazione, formazione e collaborazione con l’industria privata ha garantito un costante progresso nella progettazione di armamenti, consolidando la sua importanza nella difesa italiana.
IL SERVIZIO TECNICO DELLA MOTORIZZAZIONE
![]() Il bordo dorato rappresenta l'impronta lasciata dai cingoli. All'interno la ruota dentata, simbolo della meccanica. Al centro un autotelaio stilizzato |
![]() (1930-1980) |
Con la prima guerra mondiale e in particolare in occasione della battaglia degli Altipiani, conclusasi vittoriosamente per gli Italiani il 22 maggio 1916, ci si convinse universalmente che il trasporto automobilistico non poteva non avere un ruolo centrale nell'organizzazione dell'Esercito Italiano.
(continua)
IN CORSO DI AGGIORNAMENTO
IL SERVIZIO TECNICO DEL GENIO
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![]() (1960-1980) |
La storia degli Ufficiali del Corpo degli Ingegneri del settore Genio nasce con la proclamazione del Regno d'Italia. Infatti al termine delle Guerre d'Indipendenza, il neo costituito Esercito Unitario poteva disporre di 12 stabilimenti di Artiglieria (Arsenali, fabbriche d'armi, fonderie, polverifici, laboratori pirotecnici, laboratori del munizionamento, laboratori di precisione) e di 2 Officine Costruzioni di materiali del Genio in Pavia.
(continua)
IN CORSO DI AGGIORNAMENTO
IL SERVIZIO TECNICO DELLE TRASMISSIONI
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![]() (1960-1980) |
A partire dalla seconda metà del XIX secolo, lo sviluppo tecnico-scientifico dei sistemi di telecomunicazione richiese all'organizzazione militare di adeguare le sue strutture alle nuove esigenze, imposte da un impiego sempre più diffuso dei mezzi di trasmissione.
(continua)
IN CORSO DI AGGIORNAMENTO
IL SERVIZIO TECNICO CHIMICO FISICO
![]() L'icona rappresenta la struttura di un atomo di Litio |
![]() (1960-1980) |
In tutte le epoche e soprattutto nel Medio Evo, metodi non convenzionali, riconducibili alla guerra chimica e biologica, furono sempre adottati tanto per l'attacco che per la difesa delle piazzeforti.
(continua)
IN CORSO DI AGGIORNAMENTO
IL SERVIZIO TECNICO GEOGRAFICO
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![]() (1960-1980) |
Il ruolo del "Corpo degli Ingegneri" specialità "Geografi" può farsi risalire a un gruppo di Ufficiali dell'Ufficio Tecnico che, in seno al Corpo di Stato Maggiore dell'Esercito Sabaudo aveva il compiti di allestire la cartografia necessaria a supportare le operazioni militari del Regno. Illustre rappresentante di quegli Ufficiali Geografi fu proprio il Beato Francesco Faà di Bruno, Patrono del Corpo.
(continua)
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